Monday 30 September 2013

Le relazioni pericolose

La vibrazione del cellulare lo fa scivolare giù dal comodino. Girarmi su un fianco e allungare il braccio sotto al letto per recuperarlo è un’impresa che potrei giustificare solo regalandomi un altro paio di ore di sonno.

Ho dormito poco, di quel sonno che non riesce ad essere ristoratore, la cui premessa è il matrimonio di amici e quindi l’anarchia totale in merito a quando e quanto mangiare, bere e fumare. Il sonno matto e disturbatissimo che precede la giornata dei sensi di colpa a tema salutistico.

Il cellulare, intanto, non smette di squillare. È una chiamata da un numero sconosciuto, che maledico e scelgo di ignorare. Non faccio in tempo a spegnere il telefono che lo stesso mittente ci riprova. 
Mi arrendo di fronte all'insistenza e per zittire la suoneria rispondo.

‘Pronto?’ 
Dice una voce di due tonalità più bassa di quella che ho quando sono in posizione verticale.
‘Buongiorno. Parlo con Claudia?’
Uomo, giovane, accento romano, cadenza professionale.
‘Sì, sono io’
‘Ti disturbo? Stavi dormendo?’
‘Diciamo che ero ancora a letto. Ma ero sveglia’ (da un paio di minuti almeno).

Ho la lingua di pile, gli occhi iniettati di sangue e cerchiati di mascara. Mi sono buttata a letto senza sfilarmi il reggiseno.

‘Mi dispiace! Senti, ti chiamo in merito all'annuncio che hai postato su Bakeka per le lezioni d’inglese. Ma in realtà non mi interessano le lezioni.’

Mi metto a sedere, e cerco di anticipare quello che mi verrà offerto. Mi decido a ritagliarmi uno spazio online per aumentare la visibilità in campo lavorativo e cercheranno di rifilarmi la qualunque, già lo so.

‘Io lavoro per la Fashion Image e stiamo per realizzare un corto che si ispira al film ‘le relazioni pericolose’. L’ha visto?’
‘No, ma potrei documentarmi…’
‘Guarda, te lo racconto io: in breve è la storia di una professoressa universitaria che seduce uno dei suoi studenti. Noi stiamo cercando una persona che sappia parlare inglese per interpretare la parte della professoressa, e abbiamo trovato il tuo annuncio.’
‘Ah. Ok…’ 

Mi alzo e scendo in cucina in cerca di caffè e di un foglio dove prendere appunti. Questa non è una telefonata da affrontare di domenica mattina.  
Il mio interlocutore intanto recita la sua parte di casting director e cerca di darmi tutti i dettagli prima che io riesca a formulare delle domande. Ogni volta che dice chesting mi mordo la lingua per non correggerlo. Un paio di lezioni di inglese non fanno male a nessuno.  

‘Tu hai esperienza?’
‘Come insegnante o come attrice?... Beh, ho lavorato per un po’ in televisione, ma non sono mai stata davanti alla telecamera’
‘Vedi Claudia, questa professoressa è un po’ dottor Jekyll e mister Hide: deve essere seria, professionale ma allo stesso tempo provocante: in fondo è la storia di un amore proibito. Nell'annuncio hai messo una foto, un primo piano. Posso chiederti come sei fatta? Le tue misure?’

La caffeina non è ancora entrata in circolo e prima di indagare sull'importanza delle mie misure rispondo, anche se mi tengo sulla difensiva ‘Sono normale: né alta né bassa, né grassa né magra. Normale’.
‘Va bene. Normale va bene. Vedi, il copione è in fase di scrittura e stiamo selezionando gli attori. Il chesting è gratuito e ti invitiamo a farlo, ma tieni presente a gli attori non avranno controfigure. Si tratta di un corto destinato al mercato internazionale, e ti chiederemmo quattro pomeriggi di disponibilità per un compenso di 1200 euro.   

Sono ormai sospettosa, quando provo a scucire delle informazioni più dettagliate
‘Scusa, mi ripeti come si chiama l’agenzia? Avete un sito dove posso vedere altri vostri lavori?’
e ottengo una risposta vaga come il resto della conversazione
‘In realtà siamo freelance, e quando giriamo affittiamo uno studio. Allora, ti interessa?’

Ho detto di no. Un sintetico ‘No grazie, non sono lo persona che cercate’. Ho detto no a un cortometraggio senza copione, incentrato su un amore licenzioso interpretato da gente senza formazione né esperienza di attore e destinato a un non meglio identificato mercato internazionale. Ho detto no a una persona che non mi ha dato né il suo nome né i contatti dell’azienda per cui chiamava. Un'agenzia senza sito internet né ufficio. 

Ho detto no a dei soldi apparentemente facili, per non finire nei risultati di Google alla voce ‘video professoressa seduce studente’. 

E in fondo un po' mi scocciava: sono troppo giovane per risultare credibile come docente universitaria.