La vibrazione del cellulare lo fa scivolare giù dal
comodino. Girarmi su un fianco e allungare il braccio sotto al letto per
recuperarlo è un’impresa che potrei giustificare solo regalandomi un altro paio
di ore di sonno.
Ho dormito poco, di quel sonno che non riesce ad essere
ristoratore, la cui premessa è il matrimonio di amici e quindi l’anarchia
totale in merito a quando e quanto mangiare, bere e fumare. Il sonno matto e
disturbatissimo che precede la giornata dei sensi di colpa a tema salutistico.
Il cellulare, intanto, non smette di squillare. È una
chiamata da un numero sconosciuto, che maledico e scelgo di ignorare. Non
faccio in tempo a spegnere il telefono che lo stesso mittente ci riprova.
Mi
arrendo di fronte all'insistenza e per zittire la suoneria rispondo.
‘Pronto?’
Dice una voce di due tonalità più bassa di
quella che ho quando sono in posizione verticale.
‘Buongiorno. Parlo con Claudia?’
Uomo, giovane, accento romano, cadenza professionale.
‘Sì, sono io’
‘Ti disturbo? Stavi dormendo?’
‘Diciamo che ero ancora a letto. Ma ero sveglia’ (da un
paio di minuti almeno).
Ho la lingua di pile, gli occhi iniettati di sangue e
cerchiati di mascara. Mi sono buttata a letto senza sfilarmi il reggiseno.
‘Mi dispiace! Senti, ti chiamo in
merito all'annuncio che hai postato su Bakeka per le lezioni
d’inglese. Ma in realtà non mi interessano le lezioni.’
Mi metto a sedere, e cerco di anticipare quello che mi
verrà offerto. Mi decido a ritagliarmi uno spazio online per aumentare la
visibilità in campo lavorativo e cercheranno di rifilarmi la qualunque, già lo
so.
‘Io lavoro per la Fashion Image e stiamo per realizzare
un corto che si ispira al film ‘le relazioni pericolose’. L’ha visto?’
‘No, ma potrei documentarmi…’
‘Guarda, te lo racconto io: in breve è la storia di una
professoressa universitaria che seduce uno dei suoi studenti. Noi
stiamo cercando una persona che sappia parlare inglese per interpretare la
parte della professoressa, e abbiamo trovato il tuo annuncio.’
‘Ah. Ok…’
Mi alzo e scendo in cucina in cerca di caffè e di un
foglio dove prendere appunti. Questa non è una telefonata da affrontare di
domenica mattina.
Il mio interlocutore intanto recita la sua parte di
casting director e cerca di darmi tutti i dettagli prima che io riesca a
formulare delle domande. Ogni volta che dice chesting mi mordo la
lingua per non correggerlo. Un paio di lezioni di inglese non fanno male a
nessuno.
‘Tu hai esperienza?’
‘Come insegnante o come attrice?... Beh, ho lavorato per
un po’ in televisione, ma non sono mai stata davanti alla telecamera’
‘Vedi Claudia, questa professoressa è un po’ dottor
Jekyll e mister Hide: deve essere seria, professionale ma allo stesso tempo provocante:
in fondo è la storia di un amore proibito. Nell'annuncio hai messo
una foto, un primo piano. Posso chiederti come sei fatta? Le tue misure?’
La caffeina non è ancora entrata in circolo e prima di
indagare sull'importanza delle mie misure rispondo, anche se mi tengo
sulla difensiva ‘Sono normale: né alta né bassa, né grassa né magra. Normale’.
‘Va bene. Normale va bene. Vedi, il copione è in fase di
scrittura e stiamo selezionando gli attori. Il chesting è gratuito e ti invitiamo a farlo,
ma tieni presente a gli attori non avranno controfigure. Si tratta di un corto destinato al mercato
internazionale, e ti chiederemmo quattro pomeriggi di disponibilità per un
compenso di 1200 euro.
Sono ormai sospettosa, quando provo a scucire delle
informazioni più dettagliate
‘Scusa, mi ripeti come si chiama l’agenzia? Avete un sito
dove posso vedere altri vostri lavori?’
e ottengo una risposta vaga come il resto della conversazione
‘In realtà siamo freelance, e quando giriamo affittiamo
uno studio. Allora, ti interessa?’
Ho detto di no. Un sintetico ‘No grazie, non sono lo
persona che cercate’. Ho detto no a un cortometraggio senza copione, incentrato
su un amore licenzioso interpretato da gente senza formazione né esperienza di
attore e destinato a un non meglio identificato mercato internazionale. Ho
detto no a una persona che non mi ha dato né il suo nome né i contatti dell’azienda
per cui chiamava. Un'agenzia senza sito internet né ufficio.
Ho detto no a dei soldi apparentemente facili, per non finire nei
risultati di Google alla voce ‘video professoressa seduce studente’.
E in fondo un po' mi scocciava: sono troppo giovane per risultare credibile come docente universitaria.