Monday 6 July 2009

Peter Pan is back to Neverland


Ci ricorderemo tutti cosa stavamo facendo quando l'abbiamo saputo. È arrivata la notizia e la storia ha trattenuto il respiro fino a quando la voce non è stata verificata.

"Non è possibile!" la reazione immediata. "Non prendermi per il culo!" la reazione ragionata.

Perché la morte di Michael Jackson, la pop star per antonomasia, l'uomo su cui generazioni di chirurghi plastici hanno realizzato l'impossibile, perfezionando la propria tecnica sulla sua pelle, un artista che è sempre vissuto all'ombra del suo personaggio, è un evento che nessuno si era prefigurato, forse nemmeno i giornalisti incaricati di stilare un coccodrillo a cui aggiungere la data di scadenza.
Troppo grande la fama di Jackson per annoverarlo tra gli esseri umani la cui sorte è decisa da leggi naturali.

Michael Jackson è nel DNA di tutti quelli nati tra gli anni '60 e gli anni '90. Nessuno sceglieva di essere fan di Jackson, perché Jackson era la pop culture ed era nell'aria, accessibile e familiare e allo stesso tempo americano come Mc Donald's.

Lo hanno ricordato tutti, dai gestori di una pizzeria di Cagliari ai più eminenti intellettuali. E ancora una volta la sua controversa figura ha spaccato l'opinione pubblica, soprattutto riguardo alle accuse di pedofilia. Accuse, ricordiamo, da cui è stato scagionato, dopo aver ricoperto d'oro sia l'esercito di avvocati che gli ha organizzato la difesa sia, sotto forma di risarcimento, le famiglie che lo accusavamo.

La mia è una visione innocentista: partendo dal presupposto che Jackson fosse completamente asessuato -come pensate avrebbe reagito il nostro Michael trovandosi la Anderson nuda nel letto?- penso che fosse interessato ai bambini perché erano forse gli unici disinteressati al suo denaro.

Non deve essere stato facile essere il bersaglio di feroci invidie. Baciato dal successo e profondamente solo, beneficiario unico di fortune accumulate che non è riuscito né ad amministrare né a godersi.

Perché, oltre che asessuato, a me Michael Jackson è sempre sembrato triste.
La sua morte mi lascia un fondo di amarezza, ma sono quasi contenta che Peter Pan sia riuscito a staccarsi l'ombra da sotto ai piedi per ritornare in volo all'isola che non c'è.

La sua morte toglie un senso a alcune vite che da lui dipendevano direttamente: i suoi sosia, il medico che lo aveva in cura, il truccatore, nonché banchieri, assicuratori e case d'aste, senza dimenticare il manager e l'unico dipendente del Mc Donald's di Neverland, il suo ranch.

Addio, Jacko.
I programmatori delle radio riusciranno a farci odiare i tuoi successi.